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Maremma maialozzaaaaa i MISTERI!!!!
Scritto da ¬Dav¥
 



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Persona Titolo
¬Dav¥
9/11/2004
13.50.44
IL MANUALE PER CACCIATORI DI STREGHE
Il Malleus maleficarum, pubblicato nel 1486, fu il più popolare fra i manuali per cacciatori di streghe durante il XVI e XVII secolo. La sua stesura si deve a due frati tedeschi, Jacob Sprenger e Heinrich Kramer, persecutori d’eretici.

Il Malleus forniva un avallo teologico alle superstizioni più grottesche e portò alla tortura e alla morte di migliaia di innocenti, soprattutto donne. Alle streghe si attribuiva un forte influsso sulla sessualità, e spesso le si riteneva responsabili di causare infatuazioni inopportune, impotenza e sterilità.

Per cementare il loro patto con il diavolo, esse dovevano sovente avere rapporti sessuali con lui, mangiare bambini e fabbricare unguenti con i loro resti. Una volta stipulato il patto, i gesti magici della strega, erano un segnale per il demonio, che faceva accadere l’evento sottinteso. Il demonio era a disposizione della strega in ogni occasione.

Le streghe accusate di malefici venivano di solito torturate finché confessavano, ma il Malleus raccomandava anche che le confessioni fossero estorte con promesse di clemenza che, però, venivano poi invariabilmente disattese

IL LIBRO NERO DELE STREGHE

I manuali di magia, erano letti non solo durante il Medio evo, ma anche nel XVI e XVII secolo. Essi si proponevano di istruire il lettore su come invocare i demoni senza perdere l’anima e su come usare i nuovi poteri acquisiti per assicurarsi ricchezza, potere o vendetta.

I manuali fornivano precise indicazioni per disegnare cerchi magici, per l’uso di amuleti e talismani, per i sacrifici di animali, per la pratica dell’astinenza sessuale, per il modo corretto di fare il bagno in vista dell’incontro con le schiere diaboliche. La maggior parte dei manuali, rivendicava la propria antichità, e in effetti molti si rifacevano a famosi testi greci, egizi, ebraici e latino.

Per molti è difficile prendere sul serio i manuali sulla stregoneria, poiché le pratiche diaboliche che vi sono descritte appaiono più ridicole che terrificanti. Eppure, ancora oggi ci sono persone ingenue e sprovvedute che si rivolgono ai manuali, che vengono tuttora scritti e pubblicati.

STREGONERIA A WARBOYS

Il villaggio di Warboys trae fama da uno dei più straordinari casi di stregoneria, verificatosi in Inghilterra. Tutto ebbe inizio nel novembre 1589, quando Jane Throckmorton, figlia decenne di genitori benestanti, si ammalò: starnutiva, cadeva in trance ''e la pancia le si gonfiava, sollevandola al punto che non si riusciva a riportarla giù''. A nulla servirono le medicine.

Fra coloro che andava a trovare la bambina, c’era una vicina di casa, tale Alice Samuel, in sua presente, Jane peggiorava e gridava che Alice era una strega. Nel giro di due mesi, anche le quattro sorelle di Jane si ammalarono e accusarono gli stessi sintomi. Anch’esse davanti alla vicina peggioravano e dicevano che era una strega, ma questa respinse le accuse dicendo che erano stupidaggini.

La storia giunge all’orecchio della moglie del signore del paese, lady Cromwell, la quale convocò Alice, la quale negò ogni addebito. Poco tempo dopo Lady Cromwell accusò attacchi convulsivi e di lì a un anno morì. Le bambine, intanto, si dicevano tormentate da una ''cosa'' mandata da Alice.

I genitore pregarono la donna di ammettere la sua colpevolezza, affinché le figlie potessero guarire ed ella, nell’interesse delle bimbe, fece una specie di confessione. Subito le bimbe migliorarono, ma in seguito la donna, rendendosi conto del pericolo che correva, ritrattò, definendo i fenomeni puri e semplici capricci infantili.

Alla fine, nel 1593, Alice fu arrestata e impiccata insieme al marito e la figlia. I disturbi delle bambine cessarono, ma furono in molti a chiedersi se realmente giustizia era stata fatta o se le accuse erano false.

I FRIULANI CONTRO LE STREGHE

Tra la fine del XVI e la metà del XVII secolo, in Friuli, si formò la compagnia dei cosiddetti ''benandanti''. I benandanti erano scelti fra i cosiddetti ''nati con la camicia'', ossia con la membrana amniotica in cui talvolta sono avvolti i neonati; essa era considerata una specie di ponte, che l’anima poteva utilizzare per passare dal mondo reale a quello degli spiriti.

Costoro, d’adulti, sarebbero stati visitati in sogno da un angelo, che li avrebbe chiamati a combattere. Le battaglie dei benandanti erano un’esperienza spirituale collettiva: mentre il loro corpo giaceva a letto in stato di trance, il loro spirito cavalcava contro le streghe, anch’esse presenti solo in spirito. Se all’alba, lo spirito non rientrava nel corpo, avrebbe vagato finché questo non andava incontro alla morte.

Viaggi extra corporei di questo tipo, secondo gli antropologi, sono ancora praticati dagli Shona nello Zimbabwe e in qualche altra parte dell’Africa e dell’America. Nel volgere di un secolo, sotto la pressione degli inquisitori, avvenne spontaneamente l’assimilazione dei benandanti alle streghe stesse, e i loro convegni notturni si trasformarono in orge e festini sacrileghi.

IL VODOO

Originariamente vudù nel linguaggio del Dahomey e di Togo, significava ''dio, spirito, oggetto pieno di potere. Il vudù si pratica invocando gli dei e gli spiriti, dai quali sono posseduti i sacerdoti, e questo consente ai fedeli l’accesso alla loro protezione, alle cure e alla divinazione.

I fedeli vengono a conoscenza della causa delle loro sventure, e dei mezzi per neutralizzarla. Fra questi vi sono i gris – gris, sacchetti pieni d’erbe, oli, capelli, ossa frammenti d’unghia, pezzi di stoffa intrisi sudore e così via. Gli zombie, sono un aspetto particolare del vudù. Si crede che siano morti privi d’anima fatti vivificare per magia, oppure anime senza corpo.

Ma il vudù non ha solo connotazioni sinistre. New Orleans rivendica una quantità di re e regine vudù, la più famosa delle quali e Maria Laveau, una mulatta amata per i sui numerosi atti di bontà, che fecero dimenticare a molti il lato più oscuro del suo culto, che includeva sacrifici di animali e lancio di maledizioni.

I SEGNI DELLA STREGONERIA

Demoni minori erano assegnati dal diavolo alle streghe come servi, e di solito assumevano sembianze di gatti, cani, rospi, civette o topi, ma mai di colombe o di agnelli bianchi. I demoni – servi potevano cambiare aspetto a piacimento, se per esempio, la loro padrona era chiusa in una stanza, essi si trasformavano in minuscoli insetti per raggiungere lo speciale capezzolo –segno della strega- da cui succhiavano il sangue.

La scoperta di questo segno, era fondamentale per accusare una donna di stregoneria. A dal fine, cicatrici, verruche e nei erano guardati con sospetto. In Spagna il segno doveva trovarsi nell’occhio sinistro; in Inghilterra su un dito; nell’Europa centrale nelle parti intime, specialmente nella donna; altro segno inconfondibile era la croce sulla pianta dei piedi.

I cacciatori di streghe esaminavano i corpi degli accusatori e sottoponevano il ''segno'' alla prova, pungendolo con uno spillone: l’assenza di dolore o di sangue confermava il patto con il diavolo. Un vero specialista di questo metodo era il famoso Hopkins, che con i suoi assistenti, eliminò almeno 230 persone fra il 1645 e il 1646. Usava probabilmente aghi retrattili , che simulavano la puntura ritraendosi nel manico.

STREGHE VOLANTI

Nel 1609, durante una caccia alle streghe a Pays de Labourd, nella Francia, l’inquisitore Pierre de Lancre ottenne una confessione straordinaria. Sotto tortura, la diciassettenne Maria Dindarte affermò che la notte del 27 settembre si era spalmata un unguento e aveva preso il volo. Molti, durante il Medio evo, credevano che certe donne cavalcassero bestie.

Per anni la chiesa deplorò tali credenze, imponendo penitenze; poi cambiò atteggiamento. Nel XVII secolo, papa Alessandro IV stabilì che l’eresia era implicata nella stregoneria e dal XVI secolo chi negava l’esistenza delle streghe che volavano di notte poteva essere condannato per stregoneria. I siciliani, credevano che il giovedì notte, le streghe abbandonassero il proprio corpo nel letto, e si recassero in volo nell’oscurità per danzare e far festa con le anime dei morti.

Secondo la chiesa questi viaggi notturni erano opera di satana. Nel corso del XVI e del XVII secolo molte donne confessarono di recarsi in volo ai sabba, e anche qualche uomo fu trasportato. A poco a poco, i mezzi di trasporto inclusero sedie, pale, bastoni, e scope spalmate di belladonna, aconito, cicuta e altre piante velenose. La sostanza oleosa degli unguenti, si diceva fosse ricavata dal grasso bollito di bambini non battezzati, rapiti o esumati dalle tombe. Oggi si ritiene che i voli fossero frutto di allucinazioni prodotti dall’assunzione di droghe, oltre che di sbrigliata fantasia.

Nel 1558, lo scienziato e letterato napoletano Giambattista della Porta osservò una strega che, dopo essersi spalmata un unguento, cadde in trance; svegliatasi, affermò di aver volato, benché egli non avesse visto il corpo muoversi. Nel 1527, Avellaneda, inquisitore della regione basca, poco prima della mezzanotte di un venerdì, mandò alcuni uomini in una locanda per torturare una strega.

La donna fu portata in una camera e ''si unse come al solito con un unguento velenoso, e andò a una finestra posta in alto, chiese aiuto al diavolo, che venne, la prese e la portò a terra''. Uno degli uomini, terrorizzato, invocò il nome di Cristo, al che la strega e il diavolo sparirono. Qualche giorno dopo la strega fu catturata in un’altra città.

UN'EPIDEMIA DI STREGONERIA

Le autorità svedesi furono colte in contropiede quando, a Mora, il 5 luglio 1668, il quindicenne Eric Ericsen, accusò la diciottenne Gertrud Svensen di rapire bambini per conto del diavolo. I bambini raccontarono tutti la stessa storia: il diavolo, aveva promesso di ammettere le streghe ai suoi sabba, a condizioni che portassero con sé i propri figli e quelli dei vicini.

Al Blocula – un bel prato, il cui ingresso era noto solo al demonio e ai suoi accolti- le streghe firmavano con il loro sangue il registro degli ospiti del diavolo, venivano battezzate nel suo nome e gli giuravano obbedienza. Dopodiché gli adulti festeggiavano, mentre i bambini stavano in piedi contro un muro. Seguivano musiche e danze, e ogni strega, a turno, si abbandonava a intimi sollazzi con il maligno. Si credeva a qualsiasi accusa, per quanto assurda.

Se un bambino accusava una donna, la si arrestava, credendo che i bambini non siano capaci di mentire. Furono identificate 70 streghe: 23 confessarono e furono arse vive; le altre 47 furono mandate nella vicina Falun, dove anch’esse furono bruciate. I bambini accusarono anche alcuni loro compagni e 15 di questi furono bruciati, altri 40 dovettero correre fra due file di uomini armati di fruste, e in seguito furono frustati sulle mani una volta la settimana per un anno intero.

L’incredibile assurdità delle accuse, l’orribile tributo di morti e la spietatezza dei castighi, fanno della psicosi delle streghe di Mora un terribile esempio di dove possa portare la credulità male indirizzata.

I SABBA DELLE STREGHE

Era opinione comune che i sabba fossero occasioni importanti, in cui le streghe incontravano il diavolo per adorarlo, riceve istruzioni e abbandonarsi a orge di ogni genere. Migliaia di donne affermano di avervi preso parte, quando stavano invece dormendo nei loro letti. Le confessioni venivano estorte con la tortura.

Alcune donne confondevano le proprie fantasie e paure con la realtà, altre volevano vendicarsi di qualcuno. Spesso un’imputata era costretta a denunciare altre partecipanti al sabba. Le descrizioni di ciò che vi accadeva erano molto varie, ma la sostanza era abbastanza costante. Le streghe si recavano al sabba con il favore della tenebre, con mezzi dei trasporto magici, spesso a cavallo di manici di scopa. Giuravano fedeltà al diavolo, riferivano sulle loro attività malefiche, poi banchettavano, danzavano e si abbandonavano a licenziosità di ogni genere.

Pierre de Lancre, il grande cacciatore di streghe francese dell’inizio del XVII secolo, riportò molte descrizioni di feste orgiastiche nelle provincie basche. Lì le streghe praticavano anche il vampirismo sui bambini, violavano le tombe e divoravano i cadaveri. Altrove predominavano il sacrilegio e la bestemmia: le ostie venivano profanate in tutti i modi possibili.

Si riteneva che il sabba si svolgesse regolarmente il 31 ottobre, il 30 aprile e ognuna delle quattro festività pagane che erano assorbite nel cristianesimo. Il numero dei partecipanti era lasciato alla fantasia dei cacciatori di streghe.

LE STREGHE DI SALEM

Una delle più grandi esplosioni di isteria collegata alla stregoneria, fu quella degli intorno al 1690, a Salem, nel Massachusetts. Il famoso processo per stregoneria a carico di 141 persone ebbe inizio nel 1692, dopo che alcune ragazzine del villaggio cominciarono inspiegabilmente a gemere e a urlare, sostenendo di essere state stregate da alcune donne del posto.

Gli inquisitori accolsero la tesi che il demonio si servisse di gente cattiva per far del male ai buoni e che, per proteggere i suoi malefici aiutanti, egli creasse fantasmi di costoro in modo che, mentre i cattivi tormentavano le vittime, le loro immagini comparivano altrove, occupate in attività innocenti. Fattore che vanificava ogni alibi difensivo. Durante questa parodia di giustizia vennero impiccate 19 persone. L’ultima sentenza capitale fu eseguita nel settembre del 1692.

A creare questa atmosfera di panico aveva contribuito in gran parte Cotton Mather un eminente prelato. Infatti, quando il caso di Salem cominciò a smorzarsi, fu Mather a servirsi di Margaret Rule per riaccendere l’interesse. Oltre ad altri comportamenti anomali, ella aveva avuto un attacco di convulsione nella chiesa di Mather, che aveva subito diagnosticato una possessione diabolica e fatto pressione sulla ragazza perché denunciasse le streghe sfuggite ai processi.

Ma, la ragione prevalse e si evitò un’altra ondata di isterismo. Quattro anni dopo i processi di Salem, i giurati firmarono una confessione in cui dichiaravano di essersi sbagliati, chiedendo perdono.

VITTIMA DI UN INCANTESIMO

Fatti straordinari cominciarono ad accadere il 22 agosto 1696 a Christian Shaw. Questa bambina di 10 anni, fu colta da strane crisi, durante le quali perdeva la vista, o l’udito. Altre volte il suo corpo si contorceva e si irrigidiva, o si piegava all’indietro fino ad appoggiarsi al suolo con i piedi e la nuca.

Poi parlava con persone che nessun altro, nella stanza, vedeva, o veniva sbatacchiata contro le pareti e volava per i corridoi senza toccare terra. Sentiva dolori terribili in alcune parti del corpo, su cui apparivano ferite da pugnale e segni di morso. Vomitava ciuffi di capelli, manciate di paglia, fieno sporco di letame, cenere, spilli ricurvi e ossi di pollo.

Ma in quelle crisi la bambina coinvolse 26 persone, facendo i nomi e raccontando di averle viste prendere parte a riti e danze con un uomo in nero, che ella affermava essere il diavolo, il quale, diceva, tentava di farle rinnegare i voti battesimali. Pur riluttanti, i religiosi chiesero che le 26 persone fossero arrestate per stregoneria. A ogni arresto, i dolori e i tormenti che Christian aveva collegato a quella particolare persona, cessavano. I processi agli imputati ebbero inizio nel marzo del 1697.

Alcuni furono dichiarati colpevoli e impiccati, altri furono rilasciati per mancanza di prove; i restanti rimasero in prigione e ne uscirono qualche anno dopo. In quanto a Christian, non si trovò altra spiegazione che la stregoneria per i suoi disturbi e per la loro scomparsa non appena i processi ebbero inizio.

NOSTRADAMUS

Michel de Notredame, noto con il nome latinizzato di Nostradamus, nasce in Provenza nel 1503. Studiò medicina a Montpellier, curò con coraggio e disponibilità molti appestati. Verso il 1524, sposò una donna bella e ricca, dalla quale ebbe due figli. Purtroppo, la peste uccise tutta la sua famiglia.

Il suo interesse per la magia e l'occultismo lo portò a viaggiare in lungo e in largo e la sua fama di veggente si diffuse molto presto.

Era in Italia quando avrebbe incontrato un monaco e si sarebbe inginocchiato davanti a lui, chiamandolo ''Sua Santità''.

Circa 45 anni dopo, il monaco sarebbe diventato papa Sisto V.

Nel 1554 si risposò con una ricca vedova, che gli diede sei figli, e l'anno dopo iniziò a pubblicare le sue profezie.

Per le sue divinazioni, Nostradamus usava un metodo antico: di notte, guardava in una ciotola d'acqua posata su un tripode di ottone, finché l'ispirazione non s'impossessava di lui: allora, udiva e vedeva gli eventi futuri.

I pronostici venivano espressi in quartine che, a gruppi di 100, formano le Centurie, eccetto la settima centuria, che ne comprende 42.

L'ordine cronologico è deliberatamente confuso, ma molte quartine sembrano confermare eventi verificatisi nella realtà.

Sembra che Nostradamus abbia predetto il destino di Napoleone; la rivoluzione americana e la guerra di secessione; l'abdicazione di Eduardo VIII; gli assassini di Abramo Lincoln, John F. Kennedy e Robert Kennedy, il successo, in Iran, dell'ayatollah Khomeini.

Malgrado una così lunga durata della sua influenza, Nostradamus, che credeva che la conoscenza e l'intervento umano permettesse di mutare l'avvenire, sarebbe molto deluso nel constatare quanto poco siano serviti all'umanità i suoi pronostici per evitare i disastri in cui è incorsa.

UN MISTERIOSO MANOSCRITTO

I libri sono, per definizione, destinati a essere letti. Ma questo non è certamente il caso del misterioso '' Manoscritto Voynich'', che prese il nome da Wilfred Voynich, un libraio antiquario americano, che acquistò la singolare opera nel 1912 da una scuola di gesuiti vicino Roma.

Le sue origini e il suo autore restano ignoti, sebbene esso fosse accompagnato da una lettera del 19 agosto del 1666, di Johannes Marcus Marci, rettore dell'Università di Praga, ad Atanasio Kircher, uno studioso gesuita. Secondo la lettera, il manoscritto era opera dello scienziato del XIII secolo Ruggero Bacone.

Il manoscritto, un volume in ottavo, di soli 15x23 cm, consiste in 204 pagine (altre 28 pagine sono andate perdute), ciascuna piena di disegni a colori e di annotazioni scritte a mano in un codice segreto. Nonostante gli sforzi degli studiosi, non si sa in che lingua sia scritto o cifrato, o quale fosse l'intento del suo autore.

A prima vista si direbbe un erbaio medievale, che descrive la raccolta e la preparazione delle piante medicinali, con numerose mappe astronomiche e diagrammi, il tutto decorato da curiosi piccoli nudi femminili. Ma la maggior parte delle piante illustrate è immaginaria, una flora di pura invenzione.

Quando la vedova di Voynich morì a 96 anni, nel 1960, il manoscritto fu acquistato da un altro libraio antiquario, che lo donò alla biblioteca dell'Università di Yale nel 1969, dove si trova tuttora, con i suoi segreti mai letti, in attesa di essere tradotti da qualche futuro scrittografo.




Violator
9/11/2004
13.50.44
Ciao Davy come sempre sei un mito!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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